Dove finiscono le terre: il Capo di Leuca. Le sue bellezze
Bianco è il bagliore dell’imponente, alta falesia a picco sulle onde, la quale delimita a sud l’estrema terra salentina, ossia il Capo di Leuca; caratteristica coloristica attribuitele da tempo immemore dai naviganti greci, impegnati nelle rotte commerciali del Mediterraneo. Del resto, l’affascinante promontorio è al centro, quasi quale destino, di suggestive valenze simboliche e leggende; aspetto non insolito, peraltro, in un territorio ricco di storia, cultura, arte e tradizione, qual è la penisola salentina – in un Mezzogiorno antico e generoso di storia.
La candida Santa Maria di Leuca (dal greco leukos = bianco), nel mezzo di due speroni di roccia (Punta Méliso e Punta Ristola) (maggiori info qui), avrebbe visto approdare San Pietro dal vicino Oriente, e, secondo alcune leggende, l’Enea scampato alla fine di Troia (secondo altre versioni, lo sbarco trovò lidi sicuri presso Castro, poco più a nord).
Alta sul mare, le sue bellezze storiche e naturali sono molteplici, per cui si cercherà di evidenziarne alcune, di seguito elencate:
- Il faro;
- Santa Maria di Finibus Terrae e Scalinata Monumentale;
- Le ville;
- Le grotte;
- L’antico approdo di Vereto.
Il faro di Leuca
Secondo faro d’Europa, per altezza, quello di Leuca è costruito nell’Ottocento, sulle spoglie di un’antica sentinella costiera del XVI sec. d.c., torre d’avvistamento e difesa. A pianta ottagonale, esso è alto 47 metri, ossia 102 m. dal livello del mare; la sua sommità offre una vista spettacolare sull’entroterra circostante e sulla distesa marina, fin sulle regioni d’oltre Adriatico.
Santa Maria di Finibus Terrae e Scalinata Monumentale
Non lontano dal faro, sorge il Santuario Basilica di Santa Maria di Finibus Terrae. Nato sui resti di una struttura cultuale dedicata a Minerva, il santuario fu oggetto di diversi attacchi e saccheggi da parte dei Saraceni; ragion per cui fu ricostruito più volte. L’attuale struttura si data al XVIII secolo. A croce latina, essa conserva al suo interno, sull’altare maggiore, l’effigie della Madonna con Bambino: anche in questo caso, secondo la tradizione, il dipinto fu realizzato più volte, andati distrutti i primi due quadri. Meta di pellegrinaggio da secoli, il Santuario annovera il miracolo occorso nel IV secolo d.c., quando un maremoto minacciò la terra di Leuca, placandosi, infine, su invocazione della Madonna, risparmiando il territorio.
All’esterno della Basilica, insiste un’altra interessante struttura: la lunga Scalinata Monumentale; essa costeggia da entrambi i lati, con duplice corsia, la Cascata, la quale nasce al termine dell’Acquedotto Pugliese (segnandone l’ultimo tratto), per correre verso il porto. Ultimate entrambe nei primi decenni del Novecento, la cascata è attivata in poche occasioni, specie durante la stagione estiva.
Le ville
La piccola frazione di Santa Maria di Leuca (amministrazione di Castrignano del Capo), centro ridente e accogliente, riserva al visitatore anche la bellezza di ville in stile liberty e moresco – ma non solo. Costruite nella seconda metà dell’Ottocento, le belle e particolari residenze sul mare, in realtà contano almeno quaranta unità; esse esprimono stili architettonici diversi, contraddistinguendosi per cromìe e forme.
Il mare, le spiagge, le grotte
Mare dalle acque cristalline e profonde, quello di Leuca offre spiaggette per bambini e famiglie – in particolar modo sul lungomare –, ma soprattutto incantevoli siti marini per buoni nuotatori e amanti delle grotte. Semisommerse o meno, esse punteggiano la penisola salentina su entrambe le coste, come un ricamo; a volte organizzate in raggruppamenti comunicanti fra loro. Fascinose, le grotte spesso custodiscono tesori d’età preistorica, presentano meraviglie di stalattiti e stalagmiti, e antri suggestivi per colori, riflessi e forme. Riguardo al Capo di Leuca, si menzionano di seguito alcune fra le tante, come Le Sciancagghie, le grotte di Terrarico, la Porcinara (antico santuario messapico, prossimo alla Torre dell’Omomorto), la grotta del Presepe, quella del Drago (la cui stalagmite ricorda un verde drago).
Vereto
Più a nord ovest, lungo la scogliera, nei pressi della vicina località marina di San Gregorio, si apre l’approdo dell’antica Vereto, importante centro messapico, fiorente scalo nel flusso dei traffici mediterranei, le cui rovine e testimonianze si allargano dal mare sin nell’entroterra (vedi ad esempio il celeberrimo monumento de Le Centopietre di Patù).