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Porto Cesareo: natura e antiche testimonianze

Porto Cesareo, rinomata località balneare salentina, s’apre su una lunga baia della costa jonica, a sud-ovest di Lecce, su uno specchio d’acqua cristallino; “Area Marina Protetta” da più di trent’anni.

Difatti, il suo territorio marino e costiero rivestono particolare importanza naturalistica, oltre che storica. D’origine paludosa (a sud la Palude del Capitano, riserva naturale), la sua bassa costa s’allunga in brevi lingue di terra nel mare, dove, a pochi metri sorgono diversi isolotti, ricovero per specie animali di particolare interesse.

Ma vediamo da vicino alcuni siti di rilievo della bella Porto Cesareo, ovvero:

  • Museo di Biologia Marina;
  • Statua del Pescatore;
  • Isola dei Conigli;
  • Scalo di Furno;
  • Murale di Saen Yoro Aka Hula;
  • Torri difensive.

Museo di Biologia Marina

Sito nell’abitato, il Museo “Pietro Parenzan” ospita più di 900 reperti di specie dello Jonio (fra cui pesci, uccelli, spugne, coralli, etc…), in una ricostruzione del loro habitat. Nato da collezioni di diversi studiosi – principalmente del Parenzan –, l’istituto mette a disposizione visite guidate e laboratori su richiesta.

Statua del Pescatore

Non molto distante dal Museo, presso piazzale Scala d’Alaggio, un giovane pensoso guarda il mare, la rete da pesca e la nassa sulle spalle, ricordando i tanti pescatori periti in mare per amore del loro mestiere. La statua così concepita dall’artista Celestino De Gabriele, è intimamente legata alla storia di un borgo di pescatori qual è Porto Cesareo. Realizzata nel 1997, fu inaugurata nel giugno del 2007; tuttora invita ad un momento di riflessione e umana pietà. 

Isola dei Conigli

Isolotto fra i più estesi al largo di Porto Cesareo, in verità a pochi metri di distanza, l’isola dei Conigli – o Isola Grande – si situa dinanzi al versante settentrionale del lungomare. Lunga 2,5 km, raggiungibile a nuoto o con piccola imbarcazione, l’isola ospitò un tempo un numeroso allevamento di conigli. La sua fama si attribuisce alla bellezza paesaggistica, alla rigogliosa macchia mediterranea, all’importante habitat per specie faunistiche e floristiche.

Scala di Furno e Colonne Romane

Poco più a nord dell’Isola dei Conigli, oltre una serie di piccole isole, punta Scalo di Furno – dove s’erge la poderosa Torre Chianca, cinquecentesca struttura difensiva – chiude una bassa insenatura.

Fra le acque dei suoi chiari fondali, a pochi metri di profondità, giacciono sette colonne d’età romana, probabili resti di un antico naufragio. La zona, del resto, era centro di intensi scambi commerciali, nei secoli, come peraltro testimoniato dalle vestigia del vicino villaggio di Scalo di Furno. Qui, difatti, sono stati ritrovati reperti e resti di un’antichissima comunità dell’età del bronzo, dedita alla lavorazione della ceramica; come specificato dalle tracce di apposite fornaci, e resti ceramici. I quali fanno ben pensare ad un importante rapporto commerciale con Micene.

Murale di Saen Yoro Aka Hula

Proseguendo oltre Scalo di Furno, sempre verso nord, superando limpidi lidi e calette selvagge, tra cui Belvedere e Torre Lapillo, si giunge nei pressi di Grotta Castiglione, dove, poco distante, l’artista Saen Yoro Aka Hula ha realizzato, nell’estate del 2017, un affascinante murale sul fianco di un muro. Il dipinto ritrae il grande viso di una donna dormiente, placido e disteso sulla linea d’acqua; e da questa riflesso. L’opera ammaliante, messa in risalto dai giochi di luce, ricorda il legame profondo fra uomo e natura. 

Torri difensive

Elemento pressoché comune nella penisola salentina, retaggio della politica di controllo e difensiva fra XV e XVI secolo – prevalentemente –, le torri costiere si avvicendano lungo i due mari, in un sistema comunicante. Oggi si contano diversi esemplari pressoché integri, alcuni sottoposti ad opera di restauro; altri, purtroppo, diroccati, se non ridotti a ruderi; nondimeno suggestivi.  Riguardo al territorio di Porto Cesareo, si menzionano Torre Cesarea (sita nel tracciato urbano), Torre Chianca (o di Santo Stefano), Torre Castiglione – di cui il rudere – e la imponente Torre Lapillo (o di San Tommaso).